SAN FILIPPO NERI. AMORE E GIOIA: L’ARTE DELL’EDUCARE
Filippo Neri, grande Santo ed educatore del ‘500 ci insegna ancora oggi che è possibile educare i fanciulli oltre che con l’amore, che deve contraddistinguere ogni educatore, anche con la gioia. La gioia deve essere ed è la caratteristica di noi cristiani. In riferimento alla pedagogia filippiana non si può mancare di citare i “Tre Libri dell’educazione christiana de’ figliuoli” di Silvio Antoniano, figlio spirituale di San Filippo Neri. L’opera che ha visto il suo termine nel 1581, raccoglie l’esperienza pedagogica di Padre Filippo, al quale fu dedicata “Reverendis Patribus Congregationis Oratorii” poiché, come afferma l’autore nella dedica tutto è “fructus ab eorum semente”.
L’appassionata adesione a Cristo costituisce il nucleo centrale della fede dell’Apostolo di Roma, quasi voler trasmettere, come nell’arte, un emozione concreta quasi poterla toccare con mano. Saper educare con amore e gioia è un’arte! Filippo, che amava il titolo di “Padre”, amava i suoi giovani ed i giovani lo amavano.
Essere educatore oggi è saper cogliere ciò che San Filippo Neri aveva ben capito: far dimorare lo Spirito Santo in noi. Filippo ed il suo Oratorio era un “laboratorio alla fede” fu espressione di un’anima eccezionalmente interiore e di una mente straordinariamente aperta, animato dal più puro affetto per l’uomo (seppur giovane) concreto, incontrato nella realtà della vita.
Sembra poter percepire ancora oggi che il suo parlare era al cuore dell’uomo. Un buon educatore deve parlare al cuore, saper cogliere l’originalità e l’unicità dell’anima del fanciullo, rispettandolo e guidarlo nella Chiesa ad una vera amicizia con Cristo. Padre Filippo, nella sua “pedagogia”, trovò anche per i ragazzi delle forme adatte all’età ed alle loro esigenze, ma senza omettere di chiedere ad essi un deciso cammino di crescita, prendendo coscienza che l’essere cristiani ha bisogno di tutto noi stessi e delle nostre qualità che il Signore ci ha donato. La sua cordialità, l’essere lieto, capace di scherzare, di divertirsi e di divertire, si contrappone ad un asceta rigoroso, capace di proporsi e di proporre un esercizio che non esclude un sano impiego della volontà.
Nella festa liturgica che ricorda la sua nascita in cielo, avvenuta nel 1595, possiamo chiedere a gran voce al Profeta della gioia, Apostolo di Roma e protettore dei fanciulli: “Padre Filippo insegnaci ad educare con amore….e gioia!”
Fratel Francesco Dipasquale C.O.