Ordinazione di sette giovani Diaconi. Omelia del Cardinale Sepe

 

Care Eccellenze, Sacerdoti, Diaconi, Seminaristi

Cari Fedeli Laici,

Cari Ordinandi Diaconi

È con grande gioia che oggi la nostra Chiesa diocesana accoglie voi: Antonio, Simone, Giovanni Daniele, Antonio, Ferdinando, Antonio, Vito che, rispondendo ad una personale chiamata del Signore, avete manifestato liberamente e con entusiasmo la vostra volontà e avete accolto il suo invito: Eccomi! Sono pronto ad andare a lavorare nella tua vigna, Signore, e mi metto a disposizione della Chiesa per quel servizio diaconale a favore delle anime che mi saranno affidate.

Voi, cari Amici, con l’Ordinazione diaconale che tra poco vi conferirò, entrate a far parte sacramentalmente di quel piano di salvezza realizzato da Cristo, l’inviato del Padre, come ci viene raffigurato nella parabola dei vignaioli, raccontata nel Vangelo di Matteo appena ascoltato. Dio mandò il suo Figlio nel mondo ma i suoi non l’hanno accolto, anzi lo hanno ucciso. Eppure, Dio ha fatto di tutto per dimostrare il suo amore, la sua predilezione, la sua misericordia per l’uomo, alla cui responsabilità affida tutto ciò che ha preparato per lui: la vita, il creato, le altre persone.

Ma alcuni, anche oggi, non intendono il gesto del Signore come una responsabilità loro assegnata e di cui devono rendere conto, bensì tendono continuamente a trasformare quell’assegnazione in un vero e proprio possesso: non si sentono più impegnati a consegnarne i frutti, ma cercano addirittura di sostituirsi al padrone, subentrando con la violenza, alla sua eredità.

Cari Ordinandi,

non è, né deve essere questo il vostro atteggiamento! Voi siete chiamati a lavorare nella vigna del Signore con umiltà, responsabilità e devozione totale. Il vostro servizio diaconale e, domani, il vostro ministero presbiterale vi assimila a Cristo per servire a quel Regno di Dio tra gli uomini che non è nostro perché ne siamo solo “amministratori”.

Come Diaconi, voi siete anche vignaioli, mandati nel mondo come operatori di giustizia e di pace, come testimoni dell’amore di Dio, della sua dolcezza, della sua preferenza per i piccoli e gli emarginati. Certo, anche in voi possono insinuarsi delle paure, delle incertezze, degli interrogativi. Ma, come ci insegna Paolo nella lettera ai Filippesi che abbiamo ascoltato, troviamo, come è capitato a Lui, nella preghiera il rimedio ad ogni ansietà: “in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste”.

La preghiera è fissare lo sguardo non sulle nostre difficoltà, angustie e sofferenze, ma sul nostro Dio, che è il Dio della pace e della bontà.

Dio vi ha chiamati, così Amici, e voi avete accolto la sua Parola, che è Parola di predilezione, di amore e di misericordia. Custoditela con tutte le vostre forze nel vostro cuore e nella vostra volontà. Non permettete mai a nessuno che ve la rubino e la sostituiscano con altre parole che sono false e mondane. Avete ricevuto un tesoro, non buttatelo alle ortiche, ma distribuitelo con generosità, accogliendo con amore tutti quelli che vi chiedono di essere aiutati nel corpo e nello spirito. Siamo tutti pellegrini e mendicanti; siamo tutti fratelli e sorelle, bisognosi gli uni degli altri. Il vostro servizio diaconale è accogliere, andare incontro a chi rifiutato o emarginato, sanare le loro ferite col balsamo della carità di Cristo, buon Samaritano.

Vi affido a Maria SS.ma, Madre ed esempio di accoglienza per tutti: Come Lei, conservate nel vostro cuore il dono della vocazione e della missione che vi sarà affidata. Custodite in ogni momento della vita, anche nelle difficoltà e sofferenze, l’Ospite che abita in Voi e che si è fatto Servo obbediente fino a dare la sua vita per noi. Come Maria, siate sempre attenti e disponibili ad accogliere tutti, senza escludere nessuno.

Dio vi benedica e ‘A Maronna v’accumpagna

 

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