OMELIA DI DON GIANLUCA. IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Domenica 29 Gennaio 2017
Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
OMELIA DI DON GIANLUCA COPPOLA
Il Vangelo di questa domenica potremmo definirlo la “Carta Costituzionale del cristiano”. Un documento davvero intoccabile. Niente a che vedere con la Costituzione italiana.
Cristo con il discorso della montagna ci dà il centro del Suo pensiero, perché è dalle cosiddette “Beatitudini” che nasce il cristiano.
Di solito ciascuno di noi dinanzi alle cose della vita ha il proprio punto di vista, il personale modo di affrontarle. Tendiamo a mettere un filtro tra noi e la realtà. Ognuno di noi mette qualcosa che è il residuo di un pezzo della propria storia: il carattere, un’ideologia, il passato … Quel filtro ci porta a vedere le cose in un certo modo, ed è un personalissimo giudizio sulla realtà quello che ne viene fuori. Pensate anche al modo in cui ci vengono raccontate le notizie: quanto può essere distorta la storia quando manca l’onestà intellettuale!
Se la realtà avesse davvero la facoltà di essere vittima dei nostri giudizi, la Verità non sarebbe una. Ma Cristo stesso nel Vangelo di Giovanni ci dice, invece, “Io sono la Via, la Verità e la Vita”.
Che cos’è la Verità? Chi è la Verità?
La Verità è Cristo. E tutta la realtà, attraverso Cristo, è una.
Oggi fanno di tutto per convincerci che la Verità non esista. Che sia piuttosto qualcosa a cui dare un nome e un volto a seconda delle circostanze. Ma si tratta di un modo come un altro per non accettarla. A comporla, infatti, è una Verità scomoda, che scotta. Scotta perché è troppo grande per farsi mettere da parte.
La Verità è uno, ed è Gesù Cristo. La realtà è dominata da Dio, Signore della Verità.
E in questa pagina del Vangelo ci viene offerta la realtà che pare agli antipodi da quella che siamo soliti giudicare.
Perché per noi “beato” è che ha la villa al mare, chi è ricco, chi lavora, chi non lo fa troppo, chi ha i figli belli e sistemati …Dio, oggi, ci presenta la vera beatitudine. Così lontana dal nostro modo di pensare tipicamente umano, e, quindi tipicamente inconsistente. E così vicina, invece, alla felicità. La vera felicità.
E allora, beati i “poveri in spirito”. Viviamo in un mondo che ostenta sicurezza: materiale e personale. Guai a farci vedere tristi, abbattuti, in difficoltà. Apparire in un certo modo è la nostra ossessione. Eppure Cristo oggi ci dice, beati coloro che hanno la capacità di mettersi in secondo piano, di mettere da parte se stessi in nome della Verità più grande. E’ questo che vuol dire “beati i poveri in spirito”. Non c’è nessun appello alla povertà materiale.
“Beati quelli che sono nel pianto”. Dio con questa frase quasi ci accarezza. Ci dice, “le tue lacrime non andranno perdute. Nel tuo pianto stai costruendo un regno più grande, una gioia più grande, una felicità che non hai nemmeno la capacità di immaginare oggi. Queste lacrime saranno beatitudine”.
Gesù continua, “Beati i miti”. Il mite di solito nel suo essere taciturno e introverso, è chi viene ignorato. Siamo così ottusi da non capire che la sua grandezza è nel farsi piccolo. Tanto piccolo che a volte non viene neanche visto. La mitezza è la carta vincente nella partita della vita. Per chi sceglie di viverla con umiltà.
“Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia”. Non sappiamo nemmeno più cos’è la giustizia. E non dobbiamo guardare, con questo appello, a chi governa il mondo, ma guardate a noi stessi. Alle piccole cose delle nostra vita in cui bisogna scegliere la Giustizia. E spesso lasciamo che a vincere sia solo un vile tornaconto personale.
Gesù prosegue ancora: “Beati i misericordiosi”, ci dice. ‘Misericordia’ che parola incredibile! Miseris-cor-dare, dare il proprio cuore ai miseri, quindi ai poveri. A quelli che non se lo meritano. Dio ha dato il Suo cuore a noi quando eravamo ancora peccatori, Gesù ha lacerato la Sua Carne, e lo farà ancora in questa Eucarestia, mentre io e te siamo ancora peccatori. Dalla Sua misericordia dovremmo imparare ad andare oltre i piccoli o grandi torti che subiamo quotidianamente. Ci ha dato l’esempio, il più difficile da seguire.
“Beati i puri di cuore”. La purezza di cuore non è solo una questione di immagine, ma soprattutto di pensiero. I nostri pensieri sono puri? Pensate all’ossessione per la cosiddetta “dietrologia”. Quella tendenza a giudicare gli altri immaginando che ci sia sempre qualcosa di losco dietro ad un successo, per esempio. Inseguiamo, piuttosto, un pensiero lineare. E andiamo anche oltre anche l’idea e l’immagine di un corpo fatto per piacere. Puri cuore, vuol dire figli di Dio.
“Beati gli operatori di pace”. Viviamo in un’epoca di ansia, di paure perché, anche se vi sembrerà banale, non abbiamo pace nel cuore. Dovremmo smetterla di guardare ai massimi sistemi, alla pace nel mondo, e cercare di costruire, invece, la pace a casa nostra. Nei nostri cuori.
“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno, e mentendo diranno ogni sorta di male, contro di voi per causa mia, rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei Cieli”.
Mai come ora, anche e soprattutto nella Chiesa, regna la paura di esporsi. Siamo tutti perbenisti, e quindi qualunquisti. Ma per essere Suoi figli, siamo chiamati a sporcarci mani e faccia. Se combattiamo nel Suo Nome non incontreremo mai il favore della gente, ma è l’unico sdegno che vale la pena di subire.
“Beati i perseguitati a causa della giustizia”. Essere perseguitati perché cristiani vuol dire che, forse, nei nostri gesti c’è inizia a vedersi l’ombra di Dio.
Il problema è che oggi ci si sente perseguitati per il nulla, perché vorremmo che il mondo girasse intorno a noi. Ma la persecuzione nel nome di Dio è decisamente altro.
Se fossimo capaci di sposare i nostri gesti, i nostri pensieri e il nostro cuore con le beatitudini. Se fossimo capaci di invertire la tendenza, saremmo allora artefici di una giustizia che non è di questo mondo, ma che può cambiarlo. E saremmo i protagonisti di una vera controrivoluzione. Saremmo i figli delle Beatitudini, cioè persone felici.
La potenza dei messaggi di Gesù Cristo è l’unica alternativa valida ai tanti modi con cui, invece, ci illudiamo di essere alternativi.
Dio capovolge la realtà, e la rende un’altra cosa. Ma ci suggerisce come essere felici.