#Missio diario dall’Albania. Giorno 14

 

Martedì 16 Agosto 2016 (FESTA DI SAN ROCCO)

Ultimo giorno in Albania. Abbiamo partecipato alla processione, molto sentita dai fedeli, di San Rocco. I missionari hanno dato un supporto per lo svolgimento della processione stessa.

Secondo documenti antichi esisteva fin dal 1200 una cappella dedicata a san Rocco. All’inizio del secolo scorso la popolazione del villaggio, quasi tutta cattolica, allentatasi la intransigenza dell’impero ottomano in decadenza per la pressione dell’imperatore austriaco protettore dei cattolici dei balcani, ottenne il permesso di costruire una chiesa più grande. Il progetto fu affidato all’architetto più famoso di quel tempo, Kol Idromeno.

Fu scelta la posizione più bella, rivolta a nord di fronte al lago. Lo stile neoclassico a navata unica fu impreziosito da una facciata con elementi barocchi e una fuga di archetti, legati da volute laterali e terminanti nella croce e un bel campanile quadrato alto 30 m. con quattro campane ed orologi che scandivano tempo e orari delle funzioni. Molto contribuirono alla realizzazione dell’opera gli abitanti con offerte o lavoro volontario e maestranze austriache che nel frattempo realizzavano anche il ponte mobile sul fiume Buna che facilitava molto il passaggio di persone e merci da una sponda all’altra del lago. La devozione verso san Rocco crebbe molto anche tra la gente della città di Scutari e dei villaggi vicini ed è testimoniata dalla imponente processione che si faceva il giorno della festa lungo la montagna sia nel tempo della dominazione turca sia poi durante il comunismo fino al 1967, quando ogni manifestazione di fede fu proibita pena la morte o la prigione.

Shiroka dall’inizio del ‘900 all’avvento del comunismo ebbe una fioritura grande di vocazioni sacerdotali e religiose e uomini di cultura tra i quali spiccano i fratelli P. Mark Harapi gesuita, e Anton Harapi francescano, mons. Gjergj Volaj vescovo di Sapa, mons Nikoll Noga, e anche il cardinal Michele Kolici, e tanti altri compreso il nostro confratello don Lorenzo Simoni che in questo momento si trova a Bergamo.

La chiesa di san Rocco è stata il cuore di tutta la fede e delle attività del villaggio. Nel 1967 in Albania ci fu la dichiarazione dello stato laico ateo. Fu chiuso ogni luogo di culto e cominciò la persecuzione contro i cattolici in particolare. Molte chiese furono distrutte anche se appartenenti al patrimonio artistico nazionale, altre furono trasformate: così la cattedrale divenne il palazzo dello sport, la chiesa di san Francesco il cinema dei lavoratori, e la nostra di Shiroka la casa della cultura. Fu fatta a due piani, fu abbattuto il campanile e la facciata. La parte sotto fu divisa in otto stanze per deposito di lana e materiali vari e sopra salone unico per feste, conferenze, ed allenamenti sportivi.
Nel 1991 grazie a Dio il comunismo è caduto anche in Albania e la chiesa, dopo non poche polemiche per allontanare coloro che vi abitavano dentro, fu restituita. Mandarono allora una squadra di demolitori inesperti per eliminare le strutture interne, la soletta e i tramezzi, ma nel fare questo un po’ troppo precipitosamente cadde anche il tetto. Rimasero solo le mura perimetrali della antica struttura di Kol Idromeno.

Da alcune foto e cartoline recuperate si ricostruì pazientemente la facciata e piano piano tutto il resto. Noi siamo arrivati nel 1998, era solo stato risistemato il tetto. Nel 2001 la chiesa è stata riconsacrata da mons. Angelo Massafra e il 15 agosto 2006 ha benedetto la lapide ricordo dei cento anni dalla prima inaugurazione.

Al termine della processione, la celebrazione eucaristica è stata presieduta da Padre Rolando Reda e concelebrata dai sacerdoti italiani.

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