#Missio diario dall’Albania. Giorno 11

 

Sabato 13 Agosto 2016

Abbiamo partecipato alla messa di ringraziamento nel Santuario Madre del Buon Consiglio di Scutari per la beatificazione di Maria di Gesù Santocanale, beatificata lo scorso 12 Giugno nella cattedrale di Monreale. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal vescovo di Scutari Mons. Angelo Massafra.RV14948_Articolo

Lo scopo dell’istituzione da lei fondata, le suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes, era quello di impartire l’istruzione ai fanciulli e di assicurare l’assistenza ai poveri e agli ammalati, anche a domicilio. Numerose sono le testimonianze di come si occupasse dell’educazione dei giovani, spiegando la Bibbia con aneddoti, per tenere viva la loro attenzione. Proprio per questa sua opera di apostolato, veniva chiamata “Don Bosco in gonnella”. Seguiva in modo particolare i ragazzi che mostravano segni di vocazione e ai quali riservava lezioni speciali sulla preghiera e sul servizio liturgico.

Nel pomeriggio, un gruppo di missionari, guidati da Padre Rolando Reda, ha accompagnato Genta ai bunker situati sul monte Tarabosh.

Durante l’era comunista furono costruiti migliaia di bunker in cemento per proteggere il paese da un’ipotetica invasione.

I bunker albanesi sono un fenomeno unico. Sembra che i comunisti ne abbiano costruiti 750mila, in un paese che non supera i tre milioni di abitanti. “Durante il periodo comunista tutto ciò che era legato ai bunker era top secret. Nel periodo di transizione tutta la documentazione è andata perduta, e ormai nessuno è più in grado di tenere il conto di quanti sono”, spiega Ina Izhara, politologa che si divide tra Albania e Italia, come del resto molti giovani albanesi.

I bunker si trovano nelle città, nei cortili accanto alle case, nei cimiteri, nei parchi giochi. Alcuni sono in cima alle montagne, altri sono per metà sommersi dal mare. Gli agricoltori sono costretti a girarci attorno mentre lavorano la terra. Basta prendere il treno da Tirana a Durazzo per venderne a decine.

Ma perché li hanno costruiti? Enver Hoxha, guida suprema dell’Albania dal 1944 fino alla morte nel 1985, era terrorizzato all’idea di un’aggressione.  Si è alleato con la Jugoslavia subito dopo la seconda guerra mondiale, ma poi si è scontrato con Tito e ha stretto un forte legame con l’Urss. Quando lo stalinismo è finito sotto processo, quell’alleanza gli si è rivoltata contro. Così ha avviato una collaborazione stretta con la Cina e, convinto che il mondo intero si fosse coalizzato contro di lui, si è preparato alla guerra costruendo tutti quei bunker.

Sul monte Tarabosh, alcune famiglie povere utilizzano i bunker ancora esistenti come casa per il periodo estivo in cui raccolgono, sul monte stesso, un’erba medicinale simile alla salvia chiamata “Sherbela” che vendono a 30 lek al chilo (circa 0,15€).

Uno dei momenti più intensi della missione è l’incontro con Genta di cui conosciamo la storia. Questa bambina in estate vive in uno dei bunker costruiti durante il comunismo dove raccoglie un’erba medicinale, la salvia, che vendono a pochi lek. In inverno vive nella casa a Bardhaj dove abbiamo costruito, grazie alla vostra generosità, un pozzo. Le condizioni, in entrambi i casi, non sono le migliori. Ogni anno questa storia ci colpisce e ci spinge a riflettere su quante cose inutili e superflue fanno parte della nostra vita quando intorno a noi ci sono persone che vivono in condizioni prive o quasi di dignità. Genta ci testimonia che l’amore, nonostante lei non abbia beni materiali, si manifesta nei gesti più semplici e concreti. Grazie, Genta!

 

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