In ricordo di Padre Antonio Serra

 

Tutti in questa parte della città di Portici ma direi in tutti i luoghi per i quali è passato gli hanno voluto bene perché Padre Antonio aveva la capacità di trasmettere a chiunque anche soltanto con una parola, un momento vissuto insieme oppure un incontro occasionale una profonda familiarità. Questo faceva sentire amata ogni persona che gli si accostasse. La sua dedizione per questa comunità parrocchiale è stata tesa non soltanto a salvare le anime ma a salvare l’intera vita di coloro che abitano in questo quartiere ed il luogo dove ci troviamo ne è una chiara testimonianza.
Forte è stato l’impegno per il restauro della Chiesa Parrocchiale e quando quest’opera fu portata magistralmente a conclusione, Padre Antonio veniva tormentato dal desiderio di dare non soltanto al quartiere il luogo per la cura dello Spirito ma di rendere la parrocchia il luogo per la cura dell’uomo nella sua integrità.
Ricordo ancora, quando completata l’opera della Chiesa, in uno dei suoi pochi momenti di riposo, trovandoci insieme affacciati alla finestra della canonica, mi diceva: “Peppe, qui manca solo il campetto..”.
La sua volontà, la sua determinazione, la sua fede, insieme alla collaborazione dell’amministrazione comunale hanno portato a questo risultato.
Oggi questo luogo costituisce un’oasi di relazione, di pace, di serenità, di dialogo e d’incontro per l’intero quartiere.
Infine, Eccellenza, la scelta della sua cara persona per celebrare questa Eucaristia viene da un desiderio forte della famiglia di padre Antonio, condiviso dalla nostra comunità parrocchiale in quanto consapevoli della relazione d’affetto che intercorreva tra voi.
Ricordiamo le sue visite in parrocchia in occasione delle celebrazioni per il conferimento del Sacramento della Cresima ed i suoi lunghi colloqui con Padre Antonio. Non poteva esserci luogo più indicato e persona più indicata per questa celebrazione in quanto, al di là dell’Episcopato che oggi la caratterizza, è soprattutto per la sua umanità che l’abbiamo desiderata per questa Eucaristia.
Oggi non celebriamo la morte di un padre, di un maestro e di un amico ma la nuova vita nella Risurrezione,
non un ricordo doloroso, come diceva qualcuno mentre preparava questo momento, ma una festa perché questo vuole essere questo giorno, la festa di coloro che gioiscono per la salvezza che giunge dal Signore che nell’esempio dei suoi figli mostra una strada di senso alternativa al non senso della morte.
Ringrazio il Signore che ha concesso a me d’incontrare e di affiancare Padre Antonio dai 12 anni. Quest’incontro avvenne su di un campetto di calcio una domenica mattina, perché Antonio sapeva che solo con un campetto poteva attirarmi in parrocchia. Questo può sembrare banale ma il Signore si serve anche della banalità per attrarre i suoi figli ed oggi proprio su un campetto mi trovo ad incontrare Padre Antonio non più nella carne ma nello Spirito e tutto sembra un disegno provvidenziale perché io stesso come spero ognuno di noi capisca una volta per tutte che ciò che conta è amare ed è questo che trasforma qualsiasi incontro, anche quello più semplice, in un tempo di Grazia che nemmeno la morte può cancellare.
Perciò questo ringraziamento non vuole risuonare come un ultimo saluto ma come un ulteriore tempo d’incontro e di comprensione di Dio e delle sue vie imperscrutabili ma che ogni tanto si rendono accessibili per l’esempio di qualcuno che crede in tutto questo e tu caro Padre Antonio sei stato per me questo testimone. Mi hai mostrato ed aiutato a comprendere le vie del Signore, quella della Fede innanzitutto e di tutto ciò che questa parola significhi insieme a quel gruppo ministranti della Chiesa della Salute a cui tenevi così tanto e che è oggi qui rappresentato. Poi la via della vocazione al presbiterato che tu caro Antonio hai vissuto con tanto entusiasmo prima nel prepararti ad essa e poi nel viverla nelle sue vicende belle e difficili, tanto da farmi pensare che questo progetto fosse possibile anche per me ed il Signore non ha mancato di confermare nel mio cuore questa percezione.
Oggi sempre per volontà di Dio mi ritrovo a continuare quest’opera che padre Antonio ha tanto amato, non so se sono stato all’altezza o se lo sarò, posso soltanto dire grazie perché anche in questa circostanza di un’eredità talvolta pesante noi abbiamo trovato sempre il modo di essere amici accogliendoci nel bene e nel male.
Grazie Signore per avermi concesso l’incontro, la crescita nella Fede e la condivisione del sacerdozio ministeriale con Padre Antonio, Tuo degno Figlio.

Don Giuseppe De Vincentiis

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