CENTRI DEL VANGELO

 

Vivere la missionarietà

I C.d.V. sono formati da gruppi di persone, delle varie zone parrocchiali, che si incontrano, periodicamente, per uno scambio di esperienze e di riflessioni alla luce del Vangelo.

L’Arcidiocesi di Napoli è impegnata a connotare in modo missionario la pastorale, affinché, soprattutto quanti vivono “lontano” dal Vangelo possano riscoprire in Gesù Cristo l’immagine dell’umanesimo autentico e realizzato.

Il soggetto missionario per eccellenza resta la Parrocchia, quale scuola permanente di fede, famiglia di famiglie, casa e scuola di comunione, aperta alle altre realtà educative e attenta alla comunicazione tra giovani e adulti, tra genitori e figli.

La centralità della Parrocchia viene sostenuta dalla strategia pastorale decanale. Questa non pregiudica l’autonomia delle Parrocchie, perché ci si muove nel principio di sussidiarietà (per cui il decanato non assume compiti che possono essere adeguatamente svolti dalle singole Parrocchie, piuttosto le aiuta e le sostiene) e nel principio di solidarietà comunionale (per il quale le Parrocchie si aprono alla comunione nel lavoro pastorale).

Nel contributo richiesto verrà presentata l’esperienza dei Centri del Vangelo, in quanto essi rappresentano una significativa realtà delle Parrocchie della Diocesi.

Storia

Sulla spinta del Concilio Vaticano II, la Chiesa di Napoli ha dato all’agire ecclesiale un chiara connotazione missionaria, che lungo questi decenni ha conosciuto diverse e significative esperienze che a livello diocesano, decanale e parrocchiale hanno declinato le scelte pastorali nell’ottica di un rinnovato annuncio della fede[1].

Il XXX Sinodo, conclusosi nel 1983, fu il primo evento che orientò significativamente la pastorale lungo questa direttrice. Successivamente, con il Grande Giubileo del 2000 e il relativo itinerario di preparazione, si consolidò la scelta tesa al raggiungimento dei lontani, soprattutto con la missione porta a porta e la nascita dei Centri del Vangelo.

Nel corso del primo decennio della loro attività, questi ultimi hanno conosciuto varie stagioni, qualcuna più incoraggiante, qualche altra meno fortunata. Con il Piano Pastorale Diocesano, pubblicato nel 2006, e il Giubileo per Napoli, del 2010, contestualmente a un rinnovamento dell’assetto degli uffici di curia, i Centri del Vangelo hanno avuto un loro coordinamento diocesano attraverso una specifica èquipe che, legata al settore dell’Evangelizzazione e della Catechesi, ne promuovesse il rilancio e il sostegno.

I Centri nacquero, come già ricordato, con la missione diocesana in preparazione al Grande Giubileo del 2000. In quel periodo, tutte le Parrocchie vennero invitate a costituire il gruppo dei visitatori delle famiglie, affinché consegnassero una copia del Vangelo di Marco. Alla consegna del Vangelo era legata la possibilità di riunirsi in piccoli gruppi di famiglie che si sarebbero incontrate stabilmente in una casa. Nella fase iniziale, fu la segreteria della missione, che a livello diocesano si preoccupò di supportare l’iniziativa, che coinvolse più della metà delle Parrocchie. Il cammino dei primi anni fu particolarmente vivace in alcuni decanati, che, nel frattempo, sarebbero dovuti diventare gli organi di sostegno e di promozione; i Centri registrarono, dunque, un certo progresso e sviluppo.

Oggi, i Centri del Vangelo sono luoghi in cui si ascolta, si approfondisce e si commenta la Parola di Dio, cercando di “portarla” nella realtà quotidiana. Sono una possibilità per le Parrocchie di attuare, nel territorio, l’incontro e il confronto alla luce della Scrittura; infatti, quasi sempre, i Centri del Vangelo sono ospitati da famiglie, divenendo oltre che luoghi di preghiera, anche luoghi di comunione e di ospitalità, dove ciascuno viene accolto e invitato a dare il proprio contributo. In tal modo, la Parola interiorizzata diventa un vero itinerario di conversione e invito all’annuncio.

In alcuni decanati con Parrocchie molto sensibili all’azione missionaria sul territorio, l’esperienza è particolarmente sentita.

In diocesi, attraverso un apposito censimento condotto nel 2013, sono presenti circa 500 centri del Vangelo distribuiti in circa 60 parrocchie su 284, senza contare altre 30 parrocchie che attuano analoghi progetti.

Il Servizio Diocesano per l’animazione dei Centri del Vangelo, in sinergia con l’Ufficio Catechistico diocesano di cui ne è parte integrante, sostiene i Centri del Vangelo, suggerendo proposte per crearne di nuovi e offendo itinerari formativi per gli animatori .

Una delle peculiarità di questo percorso è l’unitarietà del cammino, rappresentato dalle schede che di anno in anno la segreteria della missione prima, e specifiche èquipes poi, hanno elaborato per sostenere il percorso dei Centri.

Attualmente esiste un apposito coordinamento, che ne sta promuovendo il rilancio e i sussidi secondo criteri che di seguito andremo indicando.

Campo d’intervento

Il campo d’intervento dei Centri del Vangelo è chiaramente collocabile nel livello della missionarietà, teso alla riscoperta della fede soprattutto nei confronti di tanti che ne hanno smarrito il senso e l’importanza.

Soggetti coinvolti

I Centri del Vangelo sono legati a due figure ministeriali: il visitatore delle famiglie e l’animatore dei Centri.

Il Visitatore visita le famiglie per informare, accogliere o semplicemente recepire attese da parte di queste. Allo stesso tempo, il visitatore aggiorna e costantemente invita la famiglia a prendere parte alla vita del Centro del Vangelo più vicino. Inoltre, segnala al Parroco o al responsabile parrocchiale la possibilità di creare un nuovo Centro laddove si dovesse verificare che diverse famiglie di quel circondario o palazzo ne avessero mostrato interesse.
L’Animatore: ad esso compete la conduzione dell’incontro che, in genere, ha una cadenza mensile. L’animatore rappresenta colui che deve favorire il dialogo nel gruppo. Non è il catechista del gruppo, ma un membro del Centro a cui è dato il compito di aiutare gli altri ad esprimersi sulla base della criteriologia dettata dalla scheda. Gli animatori dei Centri e i visitatori delle famiglie sono operatori pastorali, seguiti dal Parroco in ordine alla vita dei Centri ed hanno appuntamenti programmati con il coordinamento diocesano per gli incontri di formazione.

Soggetti destinatari

La vita dei Centri del Vangelo è aperta a tutti gli abitanti di un particolare territorio parrocchiale. Ma la loro specificità sta nel raggiungere soprattutto coloro che non frequentano o non riescono a partecipare alle ordinarie attività parrocchiali. L’esperienza di questi anni ha dimostrato la loro capacità di dialogo e di presenza, favorendo l’incontro tra tanti che diversamente non si sentirebbero coinvolti. Il panorama, pertanto, risulta essere alquanto variegato; vi sono infatti Centri con adulti attivi in termini sociali, sensibili alla possibilità di incontro nel Centro, ma lontani da quel vissuto tradizionale della Parrocchia; abbiamo Centri con persone vicine alla Chiesa, ma impossibilitate a muoversi (per l’età avanzata o per malattia), che trovano nel Centro del Vangelo una possibilità per incontrarsi con altri fratelli di fede.

Frutti sul territorio

Il territorio della Diocesi risulta essere complesso e diversamente articolato, pertanto le riflessioni circa i frutti di questa esperienza sono altrettanto articolati e diversificati. In questo contributo potrà essere utile far riferimento ad alcuni risultati a cui siamo giunti, analizzando il vissuto pastorale di alcune Parrocchie che hanno fatto la scelta di una effettiva articolazione sul territorio proprio attraverso i Centri del Vangelo. Essi, anche in quelle Parrocchie che sono riuscite a crearne un numero significativo, rappresentano, in termini sociali, un gruppo di minoranza rispetto alla popolazione di quel territorio parrocchiale. Alla luce di alcune categorie psicosociali e di indagini condotte sul campo, è emerso che tali gruppi, pur essendo minoranza, sono conosciuti dalla popolazione di quel territorio parrocchiale, godono della simpatia e del consenso, e laddove siano stati percepiti dei miglioramenti in ordine alla vita di quel quartiere, questi vengono addebitati anche al contributo della Parrocchia e dei Centri stessi. Tale considerazione ci sembra alquanto significativa in quanto ci permette di affermare che un’azione capillare, costante e duratura nel tempo, non solo favorisce quel processo di maturazione personale dei soggetti che la vivono direttamente, ma consente ad un contesto sociale, spesso ostile e indifferente, di relazionarsi in modo più sereno e propositivo verso la Chiesa e la sua proposta pastorale.

Eventuali difficoltà e criticità incontrate

La principale difficoltà va riscontrata nella scarsa mentalità missionaria che spesso accompagna lo stile degli operatori pastorali. Infatti, il vissuto dei Centri dei Vangelo è percepito solo come occasione per i cosiddetti “lontani” e non sempre come possibilità per condividere un cammino comune. I criteri che connotano la vita dei Centri è certamente mezzo per raggiungere chi vive ai margini della vita ecclesiale, ma in essi, soprattutto gli operatori pastorali delle parrocchie, o i gruppi ecclesiali a vario livello, dovrebbero trovare l’ambito di testimonianza e di comunione, imparando a immaginare il Centro come un’ effettiva articolazione di base della Parrocchia.

Un’ altra difficoltà è rappresentata dalla sporadicità con cui avviene la visita alle famiglie. Infatti, le esperienze più riuscite hanno dimostrato che quando la visita alle famiglie viene condotta con costanza, a beneficiarne sono i Centri che puntualmente si arricchiscono di nuovi membri.

Eventuali proposte per superare il nodo problematico

Alla luce dei risultati incoraggianti che diverse Parrocchie hanno sperimentato attraverso i Centri del Vangelo, riteniamo di poter evidenziare la necessità di supportare gli operatori pastorali e i presbitèri decanali con una maggiore attenzione alla dinamica della missionarietà, affinché venga compresa sempre più come via ordinaria e non straordinaria della pastorale.

Opportuni laboratori pastorali, da tenere a livello diocesano o decanale, ci sembrano mezzi appropriati per accompagnare le Parrocchie che portano avanti tale scelta, affinché, con metodologie sempre più appropriate, in ordine a mezzi e tempi, aiutino ad attuare tale livello pastorale in modo efficace.

Riflessioni Conclusive e prospettive

I Centri del Vangelo sono una provvidenziale realtà destinata a rappresentare tante piccole comunità ecclesiali, che riproducono quella Chiesa domestica, articolazione della Parrocchia. Quante famiglie, infatti, attendono l’annuncio del Vangelo, accompagnato da un gesto di affetto, solidarietà e di fraterna condivisione! I Centri del Vangelo, dunque, non sono “altro” dalla Parrocchia, ma la Parrocchia stessa che vive concretamente la missione. Essi sono per tutti (non solo per i lontani); la Chiesa è laddove la gente vive; non sono propriamente un modello di prima evangelizzazione (come la visita alle famiglie), ma un cammino di fede. Per molti sono un’occasione per incontrarsi la prima volta con la Parola di Dio, e per altri è un momento di conferma del loro cammino di fede. Pertanto sono l’espressione del cambio del volto delle Parrocchie in cui si ascolta la Parola di Dio e dove al centro c’è la Parola di Dio. Inoltre, sono il frutto operativo dell’azione già intrapresa nel territorio parrocchiale dai missionari, che hanno messo in atto l’istanza della nuova evangelizzazione, ovvero di una nuova piantagione del Vangelo nei territori di antica cristianità.

In prospettiva, pertanto, l’auspicio è che possano essere sempre più luoghi in cui si va ad ascoltare la Parola di Dio per ritrovare insieme il “punto di vista di Dio” sulle diverse situazioni umane.
[1] Dal Concilio ad oggi, il magistero degli Arcivescovi ha puntualmente insistito sulla necessità di incamminarci lungo l’orizzonte della missionarietà. Pietra miliare di questo cammino resta il Documento Conclusivo del XXX Sinodo della Chiesa di Napoli. Gli orientamenti del Cardinale Arcivescovo Crescenzio Sepe, in continuità con il cammino intrapreso, hanno ulteriormente definito tale processo. Citiamo i principali documenti nei quali tale priorità viene ribadita: Piano Pastorale diocesano Organizzare la Speranza, 2008,32-37; Lettera Pastorale per l’indizione del Giubileo per Napoli, 2010; Per amore del mio popolo… non tacerò, 2012, 18-23; Canta e cammina, 2014, 14.

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