CATECHESI BIBLICA DI GIOVEDI’ 3 NOVEMBRE 2016 (LUCA 2)

 

GIOVEDI’ 3 NOVEMBRE 2016

Dal Vangelo secondo Luca (2,41-54). Per leggere tutto il capitolo, clicca qui

41I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. 43Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
51Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

RIFLESSIONE DI DON GIANLUCA COPPOLA

Cristianamente parlando, l’osservanza della legge di Dio andrebbe intesa come obbedienza. Una parola che pesa, che quasi infastidisce la natura umana.

Nella seconda parte del secondo capitolo del Vangelo di Luca ci vengono raccontati due pellegrinaggi a Gerusalemme. Due pellegrinaggi rituali, importanti. Entrambi speciali. E i due pellegrinaggi a Gerusalemme della famiglia di Gesù hanno un significato particolare proprio perché richiamano il tema dell’osservanza della Legge di Dio. Durante il primo pellegrinaggio Gesù aveva otto giorni. Un momento che nella vita di un ebreo vuol dire, circoncisione. A otto giorni di vita Gesù, però, fa il primo pellegrinaggio a Gerusalemme e si sottopone alla Legge del Padre. Che bisogno aveva Gesù, che è la Legge, – quando si parla della Legge nella Bibbia il riferimento è alla Parola di Dio, la Torah cioè quelle norme che Dio dà per la santificazione del suo popolo – è la Parola di Dio, è il Verbo di mostrarsi obbediente? Gesù ci dà un esempio. Gesù ci mostra come la nostra vita può essere veramente felice, può essere veramente pacifica, può essere veramente serena dobbiamo sottomettersi alla Legge di Dio. E La sottomissione non è altro che la possibilità che ci viene offerta di  rispettare profondamente la nostra umanità. Nell’obbedienza, l’uomo, in tutti i suoi limiti, in tutte le sue sfaccettature si ritrova perfettamente realizzato. Per Legge di Dio intendiamo, innanzitutto, la legge naturale.

Tendenzialmente l’uomo avverte un po’ di repulsione per la parola “legge”. A noi la parola ‘legge’ fa un po’ male: perché non riusciamo che la Sua legge altro non è che l’Amore infinito per noi. Dio ha inserito nella natura umana qualcosa che la rendesse ancora più bella, ancora più funzionale, ancora più intelligente, ancora più tecnica, ancora più ingegnosa. E la Legge del Signore significa la possibilità di esprimere tutta la propria umanità al massimo della sua potenza, della sua bellezza, del suo splendore, della sua luce.
La sottomissione alla Sua Legge non è stupidità, tutt’altro. Chi ha capito che in quella Legge l’umanità diventa bella, diventa florida, diventa effervescente, trova la massima espressione della propria bellezza. Al contrario, l’umanità che non si sottomette a quella Legge, e automaticamente finisce per sottomettersi ad altre leggi -perché la degenerazione della libertà è obbedienza ad una legge, sbagliata, ma è obbedienza.

L’incapacità di sottomettersi alla “regola di bene” che è la Legge di Dio, porta in maniera automatica ad una prigione che è fatta di regole malsane. Pensate ai vizi.  Le regole del vizio sono atroci: è una prigionia da cui non riesci a scappare e che finisce per ucciderti. La Legge di Dio, invece, gli occhi anziché chiuderteli, te li spalanca, perché ti permette di vedere la bellezza della vita con Lui.
Il Signore, allora, ci insegna la vera sottomissione obbedendo alla circoncisione.

Il secondo viaggio rituale a Gerusalemme avviene per lo Bar mitzvah di Gesù: l’ingresso nella società adulta, che per gli ebrei coincide con i dodici anni. Per un ebreo diventare adulto significa poter proclamare le grandi meraviglie di Dio. La possibilità di leggere la Parola di Dio e a poterla proclamare. Quando Gesù compie i suoi dodici anni lo riportano a Gerusalemme nel Tempio. Cosa succede? Gesù, con la sua famiglia si sta recando a Gerusalemme. E siccome Gerusalemme per l’ebreo è la sede di Dio,   anche Lui sta andando verso Dio.
Dal momento in cui Gesù non si era manifestato nel Pane Eucaristico, non dimorava, pertanto, nei cuori di ciascuno neanche attraverso il Battesimo, Gerusalemme era l’unico luogo dove  veramente la presenza di Dio era eccellente. Farlo da soli diventa pericoloso per una serie di circostanze storiche e geografiche, allora ci si muoveva insieme per recarsi dal Signore. Il che è per noi un’indicazione importante anche ecclesiale, nella Chiesa, anche nella dimensione parrocchia, le cose insieme vengono meglio. San Paolo dice, “la vostra lotta non è contro le potenze di questo mondo ma contro gli spiriti invisibili”. Combattiamo, quotidianamente, una lotta spirituale anche con creature che non vediamo,  e da soli siamo più esposti al pericolo.

Mentre stanno per tornare indietro, San Giuseppe e Maria Santissima, perdono di vista Gesù. Mettendo da parte il comprensibile e prevedibile sgomento che c’è nei loro cuori, dobbiamo notare un dettaglio. Che è anche una indicazione spirituale per ciascuno di noi.
Cosa fa San Giuseppe insieme alla Madonna? Tornano sui loro passi. Esattamente quello che dovremmo fare anche noi nei momenti di scoraggiamento anche della nostra vita spirituale. Quando sembra di aver smarrito la bellezza, l’entusiasmo, la gioia, sono la Madonna e San Giuseppe a darci un’indicazione fondamentale: torna indietro, rivedi le tappe fondamentali del tuo percorso di fede. Torna indietro fino al giorno della tua conversione, al giorno in cui ti sei sentito toccato da Dio. Ci deve essere stato un incrocio, una curva, una strettoia in cui hai lasciato Dio.  Ci sono momenti in cui il ragionamento salva. La ragione è fondamentale per la Fede.
Quando “perdiamo” Dio, torniamo a cercarlo nel Tempio, che altro non è, che il nostro cuore. E’ quello il posto più importante per Dio. Sant’Agostino scrive, “io ero là fuori che ti cercavo nelle cose belle che Tu hai creato, e non mi accorgevo che tu eri là, dentro di me, dove io non ti cercavo”.

La stessa cosa la fecero San Giuseppe e la Madonna, tornano a Gerusalemme,  e ritrovano Gesù nel Tempio, tra i dottori della legge.
C’era un punto fermo nel cuore di Gesù: che Dio fosse conosciuto. Per questo si fermò tra i dottori, nonostante la tenera età.
Quando la Madonna e San Giuseppe ritrovano Gesù, lo trovano in un atteggiamento di ascolto e insegnamento. Lui ascolta e parla. Da sempre.  Come siamo bipolari, invece, noi su queste cose: passiamo dal mutismo all’essere logorroici.
L’immagine del ritrovamento di Gesù dovrebbe commuovere qualsiasi mamma. Dodici anni, un figlio cresciuto con le mollichine, un figlio che non è per niente come gli altri, e se lo perde.
“Perché ci hai fatto questo?” Immaginate il dolore. In quella frase c’è tutta la sofferenza di chi si domanda dove ha potuto sbagliare.
Ma a Dio non servono i nostri sensi di colpa infondati. Delle nostre lamentele banali farebbe volentieri a meno. Lui vorrebbe solo che ammettessimo le nostre colpe in maniera pulita. Perché non vede l’ora di perdonarci, di amarci.
E in quel momento libera dai sensi di colpa la mamma e il papà. “Perché fate così? Non è colpa vostra. Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”
Una frase che va intesa come una liberazione da quel dolore. “Non ti preoccupare, rialzati”. Come lo dice a loro, lo dice anche a noi, quotidianamente.
Ritornano, allora, indietro verso Nazareth e cominciano a vivere una vita nuova. Si tratta dell’unica pagina del Vangelo dell’infanzia di Gesù. Poi non sappiamo più niente. Evidentemente è perché San Luca aveva avuto contatti con la Madonna stessa. Gleele aveva raccontate direttamente lei.
Ma non è tutto qui. Il capitolo di chiude con l’ennesima nota che fa riferimento all’obbedienza. “Scese dunque con loro e venne a Nazareth, e stava loro sottomesso”.
Si sottomette ancora perché sa che la Legge di Dio, è bellezza per l’uomo.
“Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore”. L’umiltà della Madonna si fa sempre più manifesta. Quanto può essere difficile custodire tutto nel proprio cuore!
E anche per questo il pettegolezzo è agli antipodi del cattolicesimo. Ci sono cose che vanno custodite gelosamente nel proprio cuore, e basta.
Essere riservati vuol dire avere equilibrio, e non è una mancanza di verità o di sincerità, ma è la capacità di custodire i grandi prodigi che Dio fa nella tua vita. E forse è proprio per questo che la discrezione non è una caratteristica di questa epoca storica: perché tendiamo ad ignorare Dio.

Mentre la Madonna nasconde tutte queste cose nel suo cuore, Gesù cresceva in Sapienza, età e Grazia davanti a Dio e davanti agli uomini. Cosa vuol dire crescere in Sapienza? Il desiderio di conoscere, di sapere, di accrescere la propria dimensione interiore. Solo in questo modo sono capace di vivere anche la mia età, e non mettermi in panni che non sono i miei. Cosa che, per altro, nasconde l’incapacità di accettarsi.
Gesù cresceva anche in Grazia. Parola che ha origine da “gratis”, e che esprime, esattamente, tutto ciò che è dono gratuito di Dio. Gesù era consapevole che nella Sua vita c’erano quelle cose che potevano essere risolte solo per Grazia. Così come per le nostre vite ci sono aspetti e dettagli che non possiamo risolvere da soli: abbiamo bisogno della Grazia di Dio.
Anche una comunità necessita di crescere in Sapienza e Grazia, e in età: ovvero, lo ribadisco, la capacità di rispettare le varie fasi della natura umana. E’ importantissimo. Fanno parte tutte del disegno di Dio, e tutte hanno delle peculiarità che le rendono meravigliose.
Impariamo dalla Sapienza, dalla Grazia, dall’esempio di Dio a riscoprire la bellezza di questa vita, per raggiungere meglio l’altra.
Sant’Ignazio dice, e continuerò a ripetervelo, “non è importante tanto il sapere ma ciò che sazia l’anima interiormente”.
Cercate sempre quel che può saziarvi l’anima. Sapete dove trovarlo!

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